“È NECESSARIO IMPARARE EX NOVO COME POTREBBE ESSERE UNA NASCITA NON DISTURBATA DALLE CONSUETUDINI CULTURALI. ABBIAMO BISOGNO DI UN PUNTO DI RIFERIMENTO DA CUI CERCARE DI NON DEVIARE ECCESSIVAMENTE, E QUESTO E’ DECISAMENTE IL LOTUS BIRTH”
Dott. Michel Odent, ottobre 2000
Lotus Birth è il modo più dolce, sensibile e rispettoso per entrare nella vita. Il parto lotus, chiamato così dal nome dell’infermiera che lo ha richiesto per la prima volta nel 1974 alla nascita di suo figlio, è caratterizzata dalla mancata recisione del cordone ombelicale e così il neonato rimane collegato alla sua placenta anche dopo il secondamento (ultima fase del parto in cui avviene l’espulsione della placenta.
Pochi giorni dopo la nascita (dai 5 ai 10, ma di media 3/4) il cordone si separa naturalmente dall’ombelico del bambino.
Il distacco avviene quando entrambi, bambino e placenta, hanno realmente concluso il loro rapporto e decidono sia giunto il momento della separazione.
Il contatto prolungato con la placenta permette al bambino di ricevere tutta la quantità del sangue placentare che è presente alla nascita e che la natura ha previsto per la costituzione del sistema immunitario. E’ come paragonare la nascita Lotus al lento processo di far crescere un bonsai. Tutto ha a che fare con la pazienza, sebbene un bonsai abbia bisogno di anni di cure, mentre una nascita Lotus solo di qualche giorno. Eppure la pazienza rituale è la stessa. Richiede alla madre, al bambino e alla placenta di riposare a letto dopo la nascita in una trinità, in una bolla spirituale di transizione. Questo permette ai tre di prendersi tutto il tempo e lo spazio per separarsi gradualmente e solo dopo si sento veramente pronti. Un tempo importante per stabilizzare il sistema respiratorio autonomo e gli altri organi.
Quindi un tempo che rallenta il processo del dopo nascita e porta la consapevolezza dei bisogni del neonato, permettendo che germoglino intimità e integrazione: il vero bonding, i cui benefici effetti accompagnano la famiglia nel corso della vita.
Il Lotus Birth è una bellissima e logica estensione della nascita naturale: ci invita a rispettare il cosiddetto secondamento, la fase in cui nasce la placenta, e ad onorare quest’ultima quale prima fonte di nutrimento del neonato.
A cura di: Francesca Picariello, ostetrica